ASD Pucetta Calcio
" Nec sine marsis nec contra marsos triumphari posse "

Intervista a Vincenzo Caravano, coordinatore della Scuola portieri del Pucetta Calcio

"Stiamo lavorando per creare una metodologia di lavoro che sia duratura nel tempo"

Scuola dei portieri. Il progetto del Pucetta guidato da Vincenzo Caravano: “Ho accettato l’incarico per le persone con cui mi trovo a lavorare!”

Tra i vari progetti in cantiere per l’ASD Pucetta Calcio c’è anche una Scuola Calcio specifica per i portieri. L’idea della società è quello di dare qualcosa in più con un percorso ad hoc per quei ragazzi che decidono di iniziare questo percorso in un ruolo così delicato. Il compito è stato affidato a Vincenzo Caravano, preparatore dei portieri di livello nazionale che, da calciatore, ha calcato svariati campi nel professionismo ed è stato anche collaboratore del Responsabile Tecnico del Pucetta Calcio, Ersilio Cerone. Abbiamo raggiunto Caravano per comprendere di più del suo lavoro in seno alla società gialloblù

Vincenzo, in cosa consiste il tuo lavoro all’interno del Pucetta Calcio?
<<Sono il coordinatore della Scuola dei portieri e sono supervisore del lavoro dei preparatori. Qui la cosa interessante, a mio modo di vedere, è che il Pucetta Calcio ha deciso di dare spazio e di dedicare del tempo, per far lavorare i portieri in maniera specifica. Ma non con le solite modalità, cioè con un preparatore che gira con tutti i portieri. Noi abbiamo fatto sì che ognuno ha il suo gruppo di lavoro e cerchiamo di coprire l’80/90% delle fasce di età tenendo naturalmente conto che per i più piccoli non è ancora il tempo di specializzarli. La cosa bella è che questo è un vero progetto di lavoro. Sui portieri noi stiamo costruendo una metodologia di lavoro assieme ai preparatori Luca Fegatilli e Cesare Serra che vede il portiere non solo come atleta da allenare, ma intendiamo costruire un percorso che vada dai più giovani ai più grandi. Ci siamo dati una linea di lavoro, che sarà mantenuta nel tempo anche per gli eventuali futuri preparatori dei portieri. Lo scopo non è quello di fare qualcosa che finisce con la fine dell’anno, ma di creare un qualcosa che resti in archivio con una serie di esercitazioni, un modo di pensare, di lavoro che chiunque poi si dovesse approcciare al Pucetta Calcio se lo ritroverà nel futuro, sia i preparatori dei portieri che i portieri, traendone un vantaggio. Lo scopo principale è quello di creare un database di esercitazioni.  La cosa più interessante di questo progetto è che sappiamo che è dedicato soprattutto al punto di vista mentale e psicologico caratteriale e allenando i più piccoli che hanno anche un carattere diciamo da formare.>>

Il ruolo del portiere è delicato dal punto di vista della forza mentale e psicologica. Il tuo lavoro dunque si basa sia sugli aspetti tecnici che psicologici?
<<Assolutamente sì, perché ogni lavoro, specie nella Scuola Calcio e nel Settore giovanile, deve essere adattato e ritagliato in base alla fascia di età. Ovviamente gli aspetti mentali cominciamo a trattarli solo da una certa età in poi, sia con dei lavori tecnici che con un approccio all’allenamento e una richiesta nei confronti dei ragazzi diversa rispetto a quelle più piccolini. In alcune fasce d’età, ovviamente, è facile intuire che il nostro scopo è quello di divertire e di farli appassionare.>>

Ed invece con i portieri più grandi già strutturati dal punto di vista mentale?
<<In effetti ogni fascia d’età sia la sua caratteristica nel modo di approcciarsi mentalmente. Ovviamente se parli con i più grandi diventa fondamentale, perché il più grande è già costruito tecnicamente e tatticamente e l’unica parte che può essere vuota è la parte dell’ approccio al lavoro e alla partita. Quindi là si interviene in un determinato modo. Però quello che stiamo facendo noi adesso è costruire dal basso, perché la società sta proprio costruendo questo, ossia cercare, nel futuro, di attingere dal proprio settore settore giovanile per la prima squadra. È questa la cosa più interessante del progetto perché non si costruisce dal basso solo con le squadre in cui ci sono ottimi istruttori o  ottimi allenatori, ma stiamo costruendo anche per i portieri e credimi che è una cosa che normalmente non si fa. Quello che si fa solitamente è “Ok, vi metto un preparatore dei portieri a disposizione”, ma solo per il momento, cioè per far vedere che si fanno lavorare i portieri. Invece adesso stiamo cercando di costruire qualcosa che possa essere utile alla Prima Squadra, e se esce qualcosa di meglio, come noi ci auguriamo, noi proveremo a farli esprimere anche in altri palcoscenici.>>

Tu Vincenzo vieni da Salerno? Cosa ti spinge ad accettare questo incarico qui ad Avezzano? 
<<Assolutamente non il progetto ma le persone. Perché dietro la parola “progetto” c’è sempre qualcosa di aleatorio. Il progetto per essere serio deve avere le persone serie alle spalle. Quindi a prescindere, quando sento dire “c’è un progetto interessante” non è una frase che mi colpisce. Se io sono qua è solo per le persone. Per il dg Petitta, mister Giannini, il responsabile tecnico Ersilio Cerone, poi ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere diverse persone della Scuola Calcio, che mi sono sembrate tutte persone molto interessanti e sarà un’annata produttiva anche per questo, di crescita anche per me. Sono le persone che fanno i progetti, non sono i progetti che fanno le persone.>>

Basandoti sulla tua esperienza, ci sono le basi per raggiungere gli obiettivi prefissati?
<<Assolutamente sì. Perché questo non è un ambiente che ama specchiarsi o che cerca la vittoria a tutti i costi, Questo è un ambiente che vuole crescere, generare cultura calcistica, competenze calcistiche, perché noi non ci dobbiamo mai dimenticare una cosa fondamentale. Non dobbiamo pensare che un’esperienza del genere sia un momento di crescita solo per i ragazzi, ma è innanzi tutto per gli istruttori, gli allenatori, per le persone come me che stanno sul campo, perché ogni anno impari qualcosa, metti nel tuo bagaglio culturale e personale qualcosa di nuovo. È questo quello che sta accadendo su questo campo. L’aria che si respira è un’aria di costruzione e questo è quello che mi interessa più di tutto.>>

Come giudichi il materiale tecnico e umano che hai a disposizione per lavorare?
<<Sotto l’aspetto umano sono tutti ragazzi eccezionali, dal più piccolo al più grande. Hanno una grande cultura del lavoro e sono predisposti benissimo. Ovviamente sono giovani, dobbiamo lavorare e dargli tanti mezzi per fare bene. Però la base è importante perché sono ragazzi pronti a seguirti e posso assicurarti che non è una cosa scontata come potrebbe sembrare. Comunque la cosa che mi preme sottolineare sono gli altri due preparatori che sono Luca Fegatilli e Cesare Serra. Io vengo settimanalmente a fare una sorta di controllo e a raccogliere feedback, cercare di capire di che cosa si ha bisogno o come riparare ad alcune situazioni, ma chi va in campo sono i preparatori che forse anche loro hanno preso molto più di me questa esperienza con entusiasmo. Si sono calati in questa nuova realtà alla grande e la cosa che mi meraviglia è che sono anche molto aperti alle correzioni e sono pronti ad essere guidati. Noi a volte diamo per scontato di trovare persone che ti ascoltano, invece così non è . Ed io ho trovato due preparatori eccezionali. E se mai un giorno dovessimo produrre dei veri talenti, Sarà sicuramente grazie a loro due.>>